Da alcuni decenni l’attenzione degli studiosi di diritto amministrativo si è progressivamente focalizzata sui temi connessi al fenomeno dell’esercizio del potere attribuito dalla legge per ottenere vantaggi privati e del “tradimento” della cosa pubblica proprio in relazione a tale esercizio distorto del potere.
Al centro di numerosi contributi è stata posta l’esigenza di contrastare in modo efficace questo fenomeno, che numerose analisi definiscono in termini endemici o comunque patologici nel nostro Paese, attraverso misure e strumenti propri del diritto amministrativo che chiariscano in anticipo gli obblighi e i limiti che devono rispettare i funzionari pubblici.
Molti di questi temi hanno trovato un rinnovato impulso grazie alla c.d. legge anticorruzione del 2012 , prima, e alla riforma in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni del 2015 , dopo, come per esempio quello della trasparenza amministrativa.
Lo studio e l’analisi del conflitto di interessi sono stati condotti dall’Autore con l’obiettivo di rifuggire dagli aspetti sociologici del fenomeno e da ogni tentazione etica o moralizzatrice, che pure pervadono una certa lettura delle misure e degli strumenti propri del diritto amministrativo nella prevenzione della cattiva amministrazione.
L’Autore offre un’indagine nella quale la centralità dell’imparzialità soggettiva è presa sul serio, perché in gioco è molto di più un onere organizzativo che grava sull’apparato burocratico, ma la stessa credibilità della pubblica amministrazione.