La stesura di questo lavoro è nata dalla constatazione che, a più di venti anni dalla ratifica della Convenzione dell’Aja che ha aperto la strada al riconoscimento del trust interno, questo istituto, pur essendo in grado di offrire sovente soluzione a problemi cui i tradizionali istituti non rie...
La stesura di questo lavoro è nata dalla constatazione che, a più di venti anni dalla ratifica della Convenzione dell’Aja che ha aperto la strada al riconoscimento del trust interno, questo istituto, pur essendo in grado di offrire sovente soluzione a problemi cui i tradizionali istituti non riescono a dare risposte soddisfacenti, non è ancora entrato nella mentalità degli operatori (avvocati, notai, commercialisti) quale strumento di uso corrente e di conseguenza viene poco utilizzato anche da chi potrebbe fruirne con vantaggio. Nel frattempo sono usciti in Italia ottimi libri sul trust, che, con rare eccezioni, prospettano un approccio prevalentemente teorico ai vari problemi che il ricorso al trust mira a risolvere. Senza trascurare gli aspetti teorici, con questo libro si è voluto quindi spostare l’indagine su un campo finora meno arato.Il volume inizia con una ricostruzione del trust nelle sue figure e nei suoi aspetti caratterizzanti, con un costante richiamo alle posizioni più significative che, in Italia, e nei paesi di common law, la giurisprudenza è andata assumendo su quasi tutti gli aspetti della vita di questo istituto, con una serie di pronunce che, oltre a riconoscerne la liceità, sono anche servite a definirne il perimetro di operatività. Per meglio illustrare le scelte effettuate e chiarire i motivi che hanno indotto a privilegiare una soluzione in luogo di un’altra, oltre alle implicazioni che da tali scelte possono derivare, sono poi riprodotti, nella Parte II, atti, o clausole di atti, relativi a casi concreti, raggruppati per categorie, e accompagnati da un analitico commento.