La seconda edizione di un’opera manualistica rappresenta, indubbiamente, un traguardo importante: indica che la stessa, come originariamente concepita, è riuscita ad incontrare, per un verso, il favore di studenti e colleghi, che vi hanno scorto un utile viatico di formazione, e, per un altro, la...
La seconda edizione di un’opera manualistica rappresenta, indubbiamente, un traguardo importante: indica che la stessa, come originariamente concepita, è riuscita ad incontrare, per un verso, il favore di studenti e colleghi, che vi hanno scorto un utile viatico di formazione, e, per un altro, la necessità di una revisione in termini di aggiornamento.
Nel caso di specie, un manuale di diritto privato, idealmente dedicato agli studenti che dei corsi di studio in scienze politiche e di area economica, impone agli autori la capacità di cogliere e trasferire nelle pagine del testo il senso di quell’incessante dialogo tra dato sociale e dettato giuridico, dialogo che può vedere quali primi interpreti ora il legislatore, ora il formante dottrinale, ora ancora giurisprudenza.
Questa nuova edizione, dunque, nasce proprio dalla necessità di cogliere e trasferire agli studenti i fermenti sempre vivi di siffatto dialogo, quando già si sono tradotti in diritto codificato o, ancora, quando sono prossimi ad esserlo, magari nella prospettiva anticipatrice della riflessione autorevole della dottrina o dello sforzo interpretativo delle corti.
Restano immutate, nel testo, le opzioni di fondo di analisi della normativa codicistica: la scelta del rapporto giuridico, inteso in termini di relazione tra situazioni giuridiche soggettive, quale chiave di lettura unificante delle singole disposizioni, così come l’attenzione alla transizione, che una lettura costituzionalmente orientata delle norme impone, dal soggetto astratto alla persona concreta, ossia all'uomo nelle relazioni sociali (secondo la felice formula dell’homme situé).
Si tratta di coordinate ermeneutiche finalizzate a trasferire – soprattutto a chi deve imparare a guardare al precetto anche in chiave prospettica – la complessità di uno strumento – quale il diritto è – che deve sapere, al contempo, interpretare il presente e anticipare il futuro.