La terza edizione de "Il giudizio civile di cassazione", uscita poco dopo la precedente, è dovuta com’è facile immaginare principalmente alla Novella del 2016 che per la decisione dei ricorsi ha generalizzato l’uso del procedimento camerale, relegando la pronunzia in pubbli...
La terza edizione de "Il giudizio civile di cassazione", uscita poco dopo la precedente, è dovuta com’è facile immaginare principalmente alla Novella del 2016 che per la decisione dei ricorsi ha generalizzato l’uso del procedimento camerale, relegando la pronunzia in pubblica udienza alle ipotesi residuali in cui debba decidersi una questione di diritto di particolare rilevanza.
Le cose non sono però così semplici, perché la Novella, come del resto quasi tutta la produzione legislativa dei tempi odierni, presenta dubbi di interpretazione e solleva interrogativi che l’A. esamina dettagliatamente cercando di offrire per ciascuno di essi la soluzione che appare più plausibile. Si aggiunga l’incessante produzione giurisprudenziale che ha risolto vari problemi, ma ne ha posto altri.
Due soli esempi. Dopo la pronunzia di S.U. n. 8053 del 2014, sembrava che fosse stata detta la parola definitiva sulla doglianza del vizio di motivazione di cui al n. 5 dell’art. 360 c.p.c. Successive pronunzie del 2017 e del 2018 hanno invece riaperto il problema.
Come secondo esempio si può citare la non più recente ma ancora rilevante ordinanza di Cass. n. 2174 del 2014 ed altre pronunzie consimili, che sembrano ricondurre al rigore delle origini il principio di autosufficienza dei ricorsi nonostante gli “ammorbidimenti” suggeriti qualche anno prima dalle Sezioni Unite. Neppure la buona volontà che sembra avere mosso il Protocollo di intesa fra i Presidenti della Corte e del C.N.F., ha di fatto risolto il problema.
L’Autore vuole offrire un indispensabile strumento di lavoro per chiunque voglia cimentarsi con le più ardue problematiche del ricorso per cassazione civile.