L’insegnamento delle Istituzioni di diritto privato ha mantenuto, negli anni, il suo tradizionale compito di iniziare le matricole allo studio del diritto in generale: compito delicatissimo, giacché non si esaurisce nella trasmissione di un bagaglio più o meno ampio di nozioni dovendo mirare, pi...
L’insegnamento delle Istituzioni di diritto privato ha mantenuto, negli anni, il suo tradizionale compito di iniziare le matricole allo studio del diritto in generale: compito delicatissimo, giacché non si esaurisce nella trasmissione di un bagaglio più o meno ampio di nozioni dovendo mirare, piuttosto, al radicamento di quella forma mentis che costituisce l’abito intellettuale del giurista in quanto depositario di un sapere dai caratteri del tutto peculiari.
Tuttavia, è indubbio che assolvere a quel compito, mai agevole, è divenuto oggi particolarmente arduo. Per un verso, la materia ha conosciuto un processo di ulteriore dilatazione riconducibile ora a fenomeni di ordine politico-istituzionale (si pensi al sottosistema “tutela del consumatore” formato da un gran numero di leggi speciali, quasi tutte di origine comunitaria), ora a fenomeni di tipo culturale (emblematica, al riguardo, è l’attenzione specifica che pressoché tutti i manuali dedicano alla tutela giurisdizionale dei diritti, una volta considerata territorio soggetto alla sovranità esclusiva dei processualcivilisti, oggi stabilmente annessa alla prospettiva del privatista e, appunto, del suo insegnamento istituzionale).
Per altro verso, il tumultuoso irrompere sulla scena della legislazione comunitaria ha ulteriormente ingarbugliato un quadro che aveva già smarrito il suo tradizionale nitore. Intendiamo dire che, nella maggior parte dei casi, le norme di origine comunitaria sono il frutto di un faticoso e, il più delle volte, grossolano compromesso fra tradizioni culturali diverse e finiscono per trasmettere un linguaggio tecnicamente poco controllato il quale, specie nella improvvida mediazione del legislatore italiano, rende l’opera razionalizzatrice dell’interprete problematica al di là del moltiplicarsi, si direbbe inarrestabile, di tali norme. Donde, sia detto per inciso, l’esigenza non più rimandabile di un diritto civile europeo che funga da vincolo, linguistico e concettuale, per il legislatore comunitario.
Insomma, il diritto privato solca acque sempre più lontane e naviga sempre più a vista. Se a ciò si aggiunge la crisi degli studi universitari – crisi, in primo luogo, di identità che, certo, la imminente riforma sembra oggettivamente destinata ad aggravare là dove individua nel triennio un percorso formativo, in pari tempo, autonomo e propedeutico al biennio – è agevole comprendere perché il Manuale di Istituzioni di diritto privato sia diventato un genere letterario tanto, e così variamente, frequentato.