Il lavoro, che oggi vede la luce, è l’effetto congiunto di una esigenza che l’A. sentiva da tempo, e del caso.
L’esigenza trovava e trova la sua origine in una radicata e, credo, non contestabile insoddisfazione derivante dal piano di studi tradizionale. Il laureato in giurisprudenza doveva, ...
Il lavoro, che oggi vede la luce, è l’effetto congiunto di una esigenza che l’A. sentiva da tempo, e del caso.
L’esigenza trovava e trova la sua origine in una radicata e, credo, non contestabile insoddisfazione derivante dal piano di studi tradizionale. Il laureato in giurisprudenza doveva, infatti, conoscere puntualmente e minuziosamente tutti i meccanismi del processo civile, anche quelli di interesse esclusivamente professionale, ma al tempo stesso poteva legalmente ignorare l’esistenza del processo tributario, del processo fallimentare e – a seconda delle scelte della facoltà – finanche del processo amministrativo. Il risultato, ad avviso dell’A., era una formazione altamente squilibrata, quantomeno nel campo processuale.
Da qui l’opportunità di un corso, che in modo istituzionale coprisse tutto il settore della tutela dei diritti: e quindi, in sostanza, la materia del diritto processuale civile in generale, poiché la funzione propria del processo civile – la tutela dei diritti – è propria anche dei processi amministrativo, tributario e fallimentare.
Il caso ha voluto che, fra i corsi opzionali attivati presso la facoltà pisana, vi fosse la Teoria generale del processo: materia istituita a suo tempo da colui, cui il libro è dedicato, e che – una volta affidata all’A. – fu dallo stesso piegata a realizzare proprio quel corso istituzionale generale, che gli pareva mancare.
La riforma degli ordinamenti didattici, e l’introduzione di una materia processuale al triennio, hanno consentito di generalizzare l’esperienza già maturata, e di far sì che questa materia sia volta a fornire nozioni generali di tutti i processi finalizzati alla tutela dei diritti, piuttosto che a somministrare i tradizionali argomenti del corso di diritto processuale civile, sia pur in modo concentrato e semplificato.
Il libro è affettuosamente dedicato al mio Maestro: perché sua è la primogenitura della materia, e perché l’A. vuole così, sommessamente, ringraziarlo di averlo accolto e seguito con amore, e di avergli sempre lasciato quella libertà di pensiero, senza la quale la ricerca e l’insegnamento non hanno significato alcuno.