Nel solco di una bella e nobile tradizione accademica, circa centocinquanta giuristi, cultori di vari rami del diritto, hanno voluto onorare il prof. Antonio Palma nel momento in cui, dopo quasi un cinquantennio, ha lasciato, per raggiunti limiti di età, l’insegnamento nell’Università degli st...
Nel solco di una bella e nobile tradizione accademica, circa centocinquanta giuristi, cultori di vari rami del diritto, hanno voluto onorare il prof. Antonio Palma nel momento in cui, dopo quasi un cinquantennio, ha lasciato, per raggiunti limiti di età, l’insegnamento nell’Università degli studi di Napoli Federico II, dove era stato Direttore della Scuola per le Professioni Legali di quell’Ateneo.
Innamorato del diritto romano, Antonio Palma ha, con intelligenza, tenacia e lungimiranza, costantemente perseguito un dialogo fecondo con gli studiosi delle altre discipline, nella ferma convinzione che, di fronte alle impegnative sfide poste dalla modernità, la tradizione romanistica rappresenti un immenso deposito sapienziale nel quale possono rinvenirsi spunti per l’elaborazione di nuove soluzioni giuridiche, il più possibile adeguate ai bisogni sempre nuovi e perennemente mutevoli di una società globale in perenne e rapida trasformazione.
In ognuno dei suoi lavori scientifici, invero, si coglie nitidamente tutta l’eleganza e la profondità con cui Egli guarda, con una sorta di avida curiosità intellettuale, al diritto romano senza mai cessare d’interrogarsi sul diritto attuale. È in tal senso, dunque, che il diritto è ‘senza tempo’, come Palma ha più volte sostenuto, superando così, con un capovolgimento di prospettiva, la tradizionale linea di confine tra storia ed attualità: lo storico del diritto diviene, in tal modo, un interlocutore indispensabile per ricollocare i problemi vivi del presente in una adeguata profondità di campo, necessaria per mettere a fuoco i nodi centrali di ogni questione.
Senza incappare in facili quanto spesso erronee e fuorvianti attualizzazioni, il prof. Palma ragiona, dunque, facendo ricorso alle grandi categorie giuridiche, che si ripresentano in ogni tempo, sempre in funzione della soluzione concreta dei problemi degli uomini, senza mai cedere alle tentazioni di autoreferenzialità della scienza giuridica ma nella ferma convinzione che sia eticamente indispensabile aprire il diritto a ciò che sta fuori di esso.