Dopo Auschwitz le istituzioni e le società europee postbelliche hanno messo in moto revisioni che sono giunte alle fondamenta del loro stesso ordine giuridico.
Lo Stato di diritto, le teorie giuspositivistiche che lo sostenevano, insieme al tradizionale sistema di valori nel quale la societ&a...
Dopo Auschwitz le istituzioni e le società europee postbelliche hanno messo in moto revisioni che sono giunte alle fondamenta del loro stesso ordine giuridico.
Lo Stato di diritto, le teorie giuspositivistiche che lo sostenevano, insieme al tradizionale sistema di valori nel quale la società confidava, tutti questi si sono dimostrati inadeguati alla prova dell’imporsi storico del totalitarismo.
Spinte dai fatti, teorie pur tra loro diverse, e anche storicamente antitetiche, si sono ritrovate unite nel comune sforzo di adeguare il diritto alla realtà che il totalitarismo aveva imposto e, rispetto alla quale, il pensiero giuridico aveva dovuto riscontrare l’evidente inadeguatezza e i limiti delle categorie e dei modelli dei quali tradizionalmente disponeva e ai quali aveva affidato il diritto, lo Stato, l’organizzazione del sociale. Il risultato è stato una trasformazione di struttura dello Stato di diritto costituzionale post bellico.
Attraverso tutto questo Auschwitz si pone come paradigma della storicità del diritto.
E questi avvenimenti, a noi ancora vicini e tra i più rilevanti della nostra storia recente, assumono un ruolo emblematico. Un fatto storico e non una teoria ha imposto al giurista profondi mutamenti nella comprensione e nella pratica del diritto. Una svolta storica e un pensiero giuridico storico sono stati guidati dagli eventi verso un ordine sociale e una condizione di esistenza in parte inediti. Forse più che in epoche passate il giurista mostra oggi la consapevolezza che l’essere storico è la dimensione propria al giuridico.