Il volume si propone di affrontare in modo critico e sistematico il tema delle misure interdittive antimafia, analizzando, da un lato, il quadro normativo di riferimento e la sua pratica applicazione e, dall’altro, i rimedi procedimentali e processuali predisposti dal legislatore al fine di fronte...
Il volume si propone di affrontare in modo critico e sistematico il tema delle misure interdittive antimafia, analizzando, da un lato, il quadro normativo di riferimento e la sua pratica applicazione e, dall’altro, i rimedi procedimentali e processuali predisposti dal legislatore al fine di fronteggiare le pesantissime conseguenze che le misure in questione generano sulle imprese.
La trattazione approfondisce, quindi, un tema molto discusso che vede contrapporsi il prevalente interesse pubblico alla salvaguardia dell’ordine pubblico economico - mediante l’esclusione dal mercato di quelle imprese ritenute potenzialmente permeabili alla criminalità organizzata – all’interesse delle imprese a non subìre acriticamente l’irreversibile lesione della propria libertà di iniziativa economica sulla base di misure di matrice prefettizia meramente discrezionali, che non presuppongono alcun accertamento penalistico e con finalità di tutela cautelare anticipata.
Nella contrapposizione dei predetti interessi, il quadro normativo odierno apre uno spiraglio alla salvaguardia delle imprese destinatarie di informative interdittive antimafia- che abbiano proposto la relativa impugnazione - mediante una forma di interconnessione tra giudizio amministrativo e procedimento penale, introducendo, con l’art. 34 bis, co. 6, del d.lgs. n. 159/2011, uno strumento di mitigazione degli effetti delle misure interdittive che, seppur con alcuni limiti, potrebbe rappresentare il primo passo per rendere omogeneo ed efficace, sul piano sostanziale, un sistema normativo e procedimentale che, nella sua applicazione, ha disvelato criticità che meritano una risoluzione definitiva.