Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da una repentina trasformazione della nostra società, che ha portato a profondi cambiamenti sia nei codici comportamentali tra consociati, sia nelle aspettative di protezione da parte dello Stato. Tra le tante conseguenze della pandemia da Covid-19, la ...
Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da una repentina trasformazione della nostra società, che ha portato a profondi cambiamenti sia nei codici comportamentali tra consociati, sia nelle aspettative di protezione da parte dello Stato. Tra le tante conseguenze della pandemia da Covid-19, la normalizzazione del ricorso a strumenti emergenziali rappresenta uno dei fenomeni giuridici più significativi sia a livello quantitativo che qualitativo e, per questa ragione, di indubbio interesse scientifico. Sul piano teorico, il ricorso a strumenti normativi di stampo emergenziale è giustificabile se e nella misura in cui permanga il rischio per la salute pubblica; da un punto di vista pratico, tuttavia, il carattere limitato e temporaneo delle misure adottate si scontra con il perdurante e progressivo avanzamento del virus e le sue continue mutazioni. La durata e la persistenza dell’attuale emergenza sanitaria hanno finito per incidere in particolare sul rapporto tra le nozioni di ordinario e straordinario, determinando il rischio di un ribaltamento semantico e concettuale con riguardo alle categorie giuridiche ispirate al paradigma dell’eccezione e alle soluzioni normative dettate da circostanze di eccezionalità; tale situazione determina una serie di conseguenze non irrilevanti, sia sul piano della compressione dei diritti individuali, sia nell’ottica dell’assetto e degli equilibri istituzionali.
La pandemia rappresenta d’altro canto solo una delle situazioni emergenziali con cui l’ordinamento giuridico contemporaneo è tenuto a confrontarsi. Sempre più frequente e consistente risulta infatti la tendenza, che si evince tanto a livello nazionale che sul piano sovranazionale ed internazionale, a far ricorso al paradigma dell’emergenza nel tentativo di fronteggiare fenomeni, quali le migrazioni, il terrorismo, i cambiamenti climatici che, pur profondamente diversi sotto i profili della gravità, frequenza, prevedibilità, implicazioni e fattori di rischio, appaiono strutturalmente radicati nella società attuale ma che tuttavia vengono qualificati come situazioni di emergenza e, di conseguenza, gestiti attraverso il ricorso a strumenti normativi e a categorie giuridiche dettate dall’urgenza e dall’eccezionalità, con consistenti compressioni, restrizioni e ripercussioni sul piano dell’assetto e del funzionamento ordinario del sistema.