Nel quadro della problematica rilevanza, agli effetti dell’art. 479 c.p., dei giudizi di valore, la monografia “Valutazione infedele e infedeltà ai parametri nel falso ideologico in atto pubblico” esamina l’opinione, cui giunge oggi la giurisprudenza, secondo cui alla falsa attestazione di ...
Nel quadro della problematica rilevanza, agli effetti dell’art. 479 c.p., dei giudizi di valore, la monografia “Valutazione infedele e infedeltà ai parametri nel falso ideologico in atto pubblico” esamina l’opinione, cui giunge oggi la giurisprudenza, secondo cui alla falsa attestazione di fatti dovrebbe equipararsi almeno la “falsa” valutazione per l’inosservanza di parametri predeterminati.
Secondo l’A., questo indirizzo può, in taluni casi, condurre ad un vero e proprio distacco della ‘valutazione’ dal ‘fatto’, che finisce con il conferire alla prima un rilievo autonomo nella prospettiva del giudizio di rilevanza penale, approdando ad esiti non pienamente in linea con la figura legale e con i canoni dell’interpretazione.
Nello sviluppo di tale tesi, vengono esaminati da un lato i principali indirizzi giurisprudenziali sul tema, dall’altro, gli elementi di disvalore che costituiscono la struttura del reato di falso ideologico in atto pubblico, con particolare riguardo alla questione, classica ma ancora viva, della corretta individuazione dell’oggetto giuridico tutelato e ai profili attinenti all’abuso del potere certificatorio, di cui è titolare l’agente. Sono inoltre considerati alcuni ordinamenti stranieri, particolarmente significativi per lo sviluppo dell’analisi delle falsità documentali, nelle loro posizioni con riferimento al tema specifico delle ‘valutazioni’; infine, vengono esaminate prospettive de iure condendo.