La seconda edizione del volume “Perché il diritto è una convenzione? Il gioco delle norme e il suo linguaggio” di Antonino Rotolo, mantiene nella sostanza l’impianto dell’originale del 2013 e si limita ad apportare una serie d’interventi puntuali.
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La seconda edizione del volume “Perché il diritto è una convenzione? Il gioco delle norme e il suo linguaggio” di Antonino Rotolo, mantiene nella sostanza l’impianto dell’originale del 2013 e si limita ad apportare una serie d’interventi puntuali.
L’obiettivo era migliorare l’esposizione di alcuni argomenti e di facilitare, soprattutto per gli studenti, la comprensione delle spiegazioni più faticose. Questo era, e rimane, quindi, un volume agile. Le integrazioni più significative sono tre. La prima, nel Capitolo 1, ha ampliato l’esposizione dell’analisi del dilemma del prigioniero proposta da Amartya Sen in un famoso saggio del 1977 (Rational Fools: A Critique of the Behavioral Foundations of Economic Theory).
Le integrazioni rimanenti, più consistenti, riguardano il Capitolo 2. Da un lato, si è estesa la discussione del gioco della caccia al cervo, proposto da Rousseau proprio per illustrare i problemi legati alle idee di stato di natura e contratto sociale. Ciò ha quindi permesso di ricollegarsi in modo coerente ad argomenti sviluppati nel Capitolo 1. Dall’altro lato, si è aggiunta una nuova sezione finale sul concetto di equilibrio correlato.
Questo secondo tema era rimasto sospeso nella prima edizione, mentre si ritiene che, a partire da tale concetto, siano usciti nel dibattito recente alcuni degli spunti più interessanti, non solo per trattare giochi sociali difficili, ma anche per fondare un concetto intrigante e nuovo di normatività sociale che sia utile per chiarire molti dei problemi discussi in questo libro.